La tesi fondamentale che percorre tutto il discorso di Sgarbanti è una sola: la figura del vescovo Maurelio martire e santo è il “sogno” emblematico e fondamentale che ha accompagnato l’ingresso di Ferrara nella storia.

Senza quella presenza e quel martirio Ferrara sarebbe stata uno dei tanti capisaldi, uno dei tanti castelli, nati sul territorio per ragioni che attengono prevalentemente alla difesa e alla sopravvivenza.

L’appello finale che Sgarbanti fa perchè Ferrara riscopra e riapra il culto al santo martire proclamato subito patrono della Città insieme a San Giorgio ma poi nei secoli declassato e abbandonato, riteniamo che vada seriamente colto e la pubblicazione di questo suo ultimo intervento pubblico ha anche questo preciso intendimento.